sabato 25 maggio 2013

Cambiare lo Statuto, per cambiare il Pd. Riflessioni sul congresso.


Nel 2007 a Firenze, durante l'ultimo congresso dei Ds, Anna Finocchiaro nel suo intervento disse: "noi, non siamo qui perché ce lo impone la storia, noi siamo qui per fare la storia". Era l'ultimo congresso dei Ds, l'atto fondativo del Pd, stava per nascere la casa dei riformisti italiani, che sotto il ramoscello d'Ulivo teneva insieme le due anime che per 60 anni si erano scontrate e confrontate, l'ala cattolica e l'ala comunista. Sono passati quasi 6 anni dalla sua nascita e il Pd al suo primo(vero) banco di prova, le elezioni politiche del 2013, ha mancato l'obiettivo: la vittoria.                                    


Dopo l'incapacità del gruppo dirigente di eleggere un nuovo Capo dello Stato, la rielezione di Napolitano ha aperto la strada al governissimo con il Pdl e Berlusconi. Il partito, la base, i dirigenti locali hanno digerito male il boccone amaro somministratogli dal partito nazionale. Hanno perciò occupato le sedi da Sud a Nord, passando per il Centro, ed hanno dato vita al movimento "OccupyPd". L' assemblea di sabato 11 maggio, ha ratificato le dimissioni di Bersani ed ha eletto segretario fino al congresso l'ex leader della Cgil Guglielmo Epifani, che avrà il compito e l'onere di portare il partito al congresso.

Occorre ripartire, occorre ripartire dal partito, dalla sua forma e dai suoi valori, piangerci addosso non serve, ormai Napolitano è stato rieletto ed il governo col Pdl è stato fatto. Questa situazione così travagliata può rappresentare un'opportunità per tutti per rilanciare un soggetto diverso e superare le contraddizioni del passato, lo dobbiamo all'Italia, ai nostri elettori (delusi), ai nostri tesserati, al popolo delle primarie, ai nostri amministratori, ai nostri dirigenti, ai nostri volontari.

Cambiare lo Statuto per cambiare il Pd:
- (Ri) Costruire non un partito, ma il partito. Un partito di sinistra, laico, plurale, europeista e popolare che difende tutti i giorni la Carta Costituzionale;
- Entrare nel Pse, favorendo così l'europeizzazione del sistema politico italiano. La nostra casa è il socialismo europeo, la nostra stella polare:l'Europa;
- Scorporare Premiership e Leadership, fare le primarie delle idee, fare un congresso sulle idee, con tesi o/e mozioni che dovranno portare ad un confronto tra tutti i candidati su tutto il territorio nazionale, 110 incontri, uno in ogni provincia;
- Disciplina e formazione di partito, la classe dirigente di domani dovrà rispondere al partito e non ai capi corrente, plurali si, anarchici no. La classe dirigente di domani dovrà essere preparata ad affrontare la più grande sfida: quella di governo;
- Rafforzare l'organizzazione giovanile, rilanciandola, da quest'ultima devono(dovranno) uscire i candidati, gli amministratori di domani e non dai salotti tv o dal Grande Fratello;
- Autonomia e territorio, ripartire dal basso, confrontandosi con la base su temi e proposte nazionali e locali, un partito del territorio che fa da spalla ad amministratori impegnati nella gestione della cosa pubblica.

Rilanciare il Pd, per cambiare l'Italia. Il Pd è nato per fare la storia.

Oreste Sabatino
Vicesegretario Gd Crotone

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