venerdì 30 settembre 2011

I Giovani Democratici sannicolesi hanno sostenuto la raccolta firme contro il Porcellum.


Dopo la bellissima Festa Democratica del 9 agosto 2011,i Giovani Democratici sannicolesi sono ritornati in piazza, e tra la gente per dare il loro contributo per la raccolta delle firme per la richiesta di indizione del referendum abrogativo finalizzato ad eliminare l’attuale legge elettorale definita dallo stesso ideatore Calderoli una Porcata.

Oltre il centinaio le firme raccolte spedite giorni fa al Comitato di Roma.Un impegno che ha visto la partecipazione dei cittadini che aldilà di ogni simbolo e partito hanno firmato per la democrazia.Una firma che dice no alla politica di palazzo e si alla democrazia partecipativa.

Il cittadino deve ritornare a scegliere il suo rappresentante che lo dovrà rappresentare nei 5 anni di legislatura in Parlamento."Sono soddisfatto per il risultato raggiunto – afferma - il coordinatore Sabatino - e ringrazio principalmente tutti i firmatari e i Giovani Democratici in particolare Luana,Michele.S,Michele.G,Daniele,Francesco,Alessio,Alberto,Ionut Jurvale e gli altri,insieme abbiamo scritto un'altra pagina di democrazia a San Nicola dell’Alto.”
L’obiettivo delle 500 mila firme è stato doppiato,le firme presentate in Cassazione sono 1.210.446 .Ora si attende il via libera che arriverà entro il 10 dicembre, poi il passaggio alla Corte costituzionale per l'ammissibilità. Il voto la prossima primavera.

mercoledì 21 settembre 2011

Solidarietà a Carmine Vasovino, Sindaco di Scandale

Esprimo piena solidarietà, mia personale e dei GIOVANI DEMOCRATICI della Provincia di Crotone, a Carmine Vasovino, sindaco di Scandale, per la grave intimidazione subìta. Ancora una volta, ci troviamo di fronte a forme di inaudita violenza e di prevaricazione ai danni di amministratori locali che cercano di fare il loro lavoro al meglio e per il bene della comunità. Un atto criminale di fronte al quale è necessario reagire con la massima energia e determinazione per stroncare la spirale della violenza e dell’intimidazione con cui le forze criminali puntano a condizionare ed a inquinare la vita pubblica crotonese. Siamo certi, che lo spirito chiaramente intimidatorio alla base dell’atto vandalico, sortirà l’effetto contrario e spingerà il Sindaco Vasovino a portare avanti col solito impegno la sua brillante e seria attività di primo cittadino.

Crotone li 21/09/2011

Giuseppe Dell’Aquila

Coordinatore Provinciale Giovani Democratici

sabato 3 settembre 2011

Il Pd e il referendum.

Uno dei temi caldi che questi giorni riempie pagine di giornale e i siti web è il referendum per abrogare il Porcellum,la legge elettorale porcata varata dal Governo Berlusconi il 2005.
 Nel Paese e sul web è partita l’iniziativa che punta a raccogliere 500 mila firme entro il 30 settembre,in modo da poter votare il referendum abrogativo in primavera 2012 e il 2013 (scadenza di mandato governativo) ritornare a scegliere i deputati. All’iniziativa hanno aderito ufficialmente Idv,Sel,Pli,Rete Referendaria,Unione Popolare e i Democratici(l’Asinello di Parisi). La non adesione ufficiale del Partito Democratico ha alzato un polverone che sta investendo la segreteria guidata da Bersani.                          
 Molti dirigenti nazionali come Fassino,Errani,Rossi,Veltroni,Franceschini,l’ex premier Prodi e altri dirigenti territoriali hanno firmato il quesito. Il segretario ha commentato l’iniziativa così :” i partiti hanno il loro da fare in Parlamento e lo facciano perbene, la società civile, che ha la sua politicità, esprima 2-3 anche 7 referendum e il Pd dirà come si attesta ma sosterrà la sua proposta. I referendum sono uno stimolo per trovare una soluzione parlamentare.”
C’è chi sprona il Pd come Parisi(tra i promotori dell’iniziativa),il giornale Europa,Marino,Civati con la “sua”Prossima Fermata Italia ad aderire ufficialmente alla raccolta firme. Alcuni sostengono che la posizione Pd ha l’obiettivo di mantenere aperto il dialogo con l’Udc ,che ha già avvisato i democratici in caso di appoggio ufficiale all’iniziativa è pronto a sbattere la porta in faccia a Bersani e Co.

Io personalmente ho firmato,però rispetto e condivido la scelta del segretario, in quanto il Pd ha già depositato in Senato una proposta di legge per superare il Porcellum,pur sapendo che senza le firme del Pd il referendum è a rischio e Bersani in caso di fallimento sarebbe il primo a subire critiche di ogni genere.
Ma entriamo nel merito della questione :questo referendum rappresenta un’opportunità per superare il Porcellum , non c’è alcun dubbio  che la legge Mattarellum è migliore dell’attuale . Viene eliminato il premio di maggioranza  e per il 75%  dei seggi si torna finalmente ai collegi uninominali.

Ma ricordiamo che il maggioritario ad un turno ha favorito l’aumento dei micro - partiti e il loro potere di ricatto;ha consentito ad un negoziato sui collegi sicuri non dissimile dalle attuali liste bloccate.
E forse per questo che il Pd non aderisce all’iniziativa referendaria, infatti la proposta presentata in Parlamento propone:riforma coerente con la logica bipolare,che consente all’elettore attraverso un semplice voto sulla scheda di determinare anche la maggioranza di governo,che prevede il doppio turno e induce alle convergenze,che  garantisce il diritto di tribuna,la presenza femminile e il fatto che i gruppi parlamentari possono essere formati soltanto da forze presentate alle elezioni.

Ma  visto il disinteresse della maggioranza Pdl-Lega per un dialogo e confronto in Parlamento, il referendum resta la strada da percorre per cambiare ciò che altri non vogliono cambiare,del resto dopo il referendum si spera ci sia un confronto in Parlamento.

Oreste Sabatino
Coordinatore Gd di San Nicola dell’Alto

venerdì 2 settembre 2011

«Contro il governo delle ingiustizie»: i Giovani Democratici della Provincia di Crotone aderiscono allo sciopero generale del 6 settembre

L’Italia si ferma per protestare contro la manovra economica varata dal Governo e i Giovani Democratici della Provincia di Crotone aderiscono a gran voce allo sciopero nazionale indetto dalla Cgil per il prossimo 6 settembre. «La disoccupazione giovanile è aumentata al 29,6% – dice Giuseppe Dell’Aquila, coordinatore dei GD della provincia di Crotone - e se il 30 % dei giovani è senza lavoro, gli altri non navigano nell’oro. Sempre più spesso sono occupati con contratti privi delle tutele e dei diritti fondamentali, ed in questa manovra con l’articolo 8 il “governo delle ingiustizie” vuole eliminare di fatto la contrattazione nazionale. Siamo vittime di una manovra che in puro stile berlusconiano taglia a suon di slogan risorse fondamentali per piccoli comuni, i quali già da tempo grazie alla scure di Tremonti, vivono in agonia». «Non vogliamo più essere spettatori – continua Dell’Aquila – del de profundis della nostra Italia e soprattutto del Crotonese. Siamo stufi di aspettare, causa incapacità altrui, che si torni a sorridere soprattutto dopo le tante promesse di gran tour ministeriali in tempi di elezioni. Ci sono giovani di cui il mondo del lavoro e la politica non possono fare a meno, basti vedere i movimenti studenteschi, le piazze, ed il vento europeo di rivolta all’autoreferenzialità della politica che non riesce a dare una risposta all’altezza della gravità della situazione». È per queste motivazioni che, non solo sosterremo, ma parteciperemo convinti allo sciopero generale organizzato dalla CGIL, sicuri che il coinvolgimento di tutti è l’unico strumento per evidenziare le gravi ingiustizie della manovra economica del Governo che penalizza oltremodo i giovani e principalmente i giovani del Sud.

Abolire le Provincie o ripensare al ruolo dell'ente intermedio?

L’Ente Provincia, soprattutto nell’ultimo decennio, ha visto crescere significativamente le proprie competenze. Il progressivo affermarsi del principio di sussidiarietà ha, infatti, valorizzato quelle istituzioni più vicine al cittadino, non solo per l’erogazione diretta di servizi, ma anche per la definizione delle politiche strategiche finalizzate allo sviluppo del territorio locale, della sua comunità e del benessere collettivo. Ciò trova corrispondenza non solo nell’ampliamento dei compiti amministrativi di tipo gestionale, ma anche nell’attribuzione di importanti funzioni di programmazione e coordinamento che la Provincia svolge nei confronti dei Comuni del suo territorio. Ad essa sono affidate funzioni amministrative di interesse provinciale, relative a vaste aree intercomunali o all’intero territorio provinciale, che spaziano dai settori dell’ambiente, territorio ed infrastrutture al settore dei servizi alla persona ed alla comunità. La Provincia, inoltre, concorre alla formazione di programmi regionali nei settori dell’economia, dell’ambiente e del territorio, raccogliendo e coordinando le proposte dei Comuni finalizzate alla programmazione regionale. Dunque, con l’attuazione del regionalismo e soprattutto con le riforme che si sono susseguite dopo quella fase, le Province, hanno vissuto una nuova centralità che ha contribuito ad allargare di numero e di qualità le funzioni che esercitava. Si è assistito ad un mutamento sostanziale delle funzioni provinciali che ha condotto a considerare la Provincia non più come Ente di decentramento burocratico statale, nel cui ambito erano dislocati gli apparati amministrativi dello Stato centrale, ma come soggetto deputato al governo del territorio. Tuttavia, il dibattito sulla soppressione delle Province prosegue da decenni, per lo più evidenziando come queste siano inutili poiché le stesse funzioni possono essere svolte da altri Enti già esistenti senza alcuna necessità degli attuali costosi organi elettivi provinciali. I sostenitori dell’abolizione delle Province trovano facile argomentazione nel fatto che queste, in realtà, dovevano essere soppresse con l’istituzione delle Regioni che, di fatto, andavano a coprire le funzioni provinciali. Volendo schematizzare le ragioni che stanno alla base dell’abolizione delle Province si può dire che esse siano due. Da una parte, si sostiene che esse siano Enti dannosi per i costi necessari al mantenimento della struttura; dall’altro i costi indiretti provocati da una pluralità di passaggi burocratici. Nonostante l’intenso dibattito, le Provincie, in questi ultimi anni, sono cresciute di numero. Si tratta di un quadro complesso come si evince anche dall’attuale dibattito parlamentare all’interno del quale, sotto l’oda emozionale della crisi economica, si discute dell’abolizione delle Province. La questione della soppressione delle Province non può essere affrontata solamente in termini di costi.Se il problema è un problema di costi e di razionalizzazione delle funzioni, non occorre certamente un intervento del legislatore costituzionale che abolisca le Province, ma è necessario che una legge ordinaria faccia chiarezza sulla distribuzione dei compiti e sulla definizione dei ruoli, eliminando le sovrapposizioni che creano dannose inefficienze. Il problema non è tanto la soppressione quanto la valorizzazione e il ridimensionamento della Provincia. Oggi va ribadito non solo il legame storico che lega il Capoluogo della Provincia con il territorio circostante, ma anche il fatto che, nel nuovo sistema istituzionale ed amministrativo previsto dalla Costituzione, la Provincia rappresenta l’istituzione territoriale indispensabile per gestire le funzioni di area vasta, spesso accentrate a livello regionale o talora nell’amministrazione periferica dello Stato. Se si vuole realizzare il tanto paventato decentramento del sistema amministrativo, è indispensabile investire molto sul ruolo della Provincia, che negli ultimi decenni è stata rafforzata da una serie di riforme. In queste ultime è stato riconosciuto alla Provincia un ruolo di primo piano, ad esempio, nel governo del territorio, nella tutela ambientale, nei trasporti locali e nella formazione professionale. La nuova fisionomia della Provincia, come Ente di governo di area vasta, porta ad una semplificazione del sistema istituzionale ed amministrativo eliminando Enti dipendenti o strumentali delle Regioni che agiscono nei campi di competenza provinciale. Attualmente alcuni fenomeni regolativi ed organizzativi richiedono interventi di governo di livello sovracomunale, come nel caso della gestione integrata dei rifiuti, della tutela ambientale e del paesaggio, delle infrastrutture viarie e dell’edilizia scolastica. In ultima analisi si può affermare che nonostante nel dibattito politico-istituzionale del Paese sia sempre presente la questione della soppressione delle Province, oggigiorno, emerge l’utilità che a svolgere funzioni amministrative e servizi di “rete” sia un ente intermedio il quale governa un’area vasta che non può essere sostituito né dalla miriade di Comuni, piccoli o piccolissimi, né dalle Regioni, pena il ritorno ad un nuovo centralismo. In un territorio, come ad esempio quello del crotonese, caratterizzato da aree marginali e periferiche, c’è bisogno di un livello istituzionale come la Provincia.

Giovanni Ettore Sipoli
Esecutivo Regionale GD Calabria