Mentre in Europa i socialisti
ufficializzano e lanciano la candidatura di Martin Schulz alla presidenza della
Commissione Europea, in Italia il Pd discute per l'ennesima volta della sua
collocazione europea e del rapporto col PSE.
Una discussione che entra nel vivo
subito dopo le dichiarazioni di Epifani il quale durante un'iniziativa di
partito ha detto che il prossimo congresso del PSE si svolgerà a Roma la prossima
primavera. Immediate le repliche di Fioroni e Castagnetti che tra tweet,
interviste e articoli esprimono il loro dissenso e la loro contrarietà
all'ingresso del Pd nel PSE; a questi si è aggiunto il quotidiano Europa che
mercoledì ha dedicato un'intera di giornale sulla crisi dei socialisti in
Europa.
A Fioroni e a Castagnetti e a tutti
gli altri dirigenti che sono contro l'ingresso del Pd nel PSE perché non
vogliono morire socialisti, vorrei ricordare che il PSE, nel 7º congresso
tenuto a Oporto, ha modificato il proprio statuto definendosi come forza
politica aperta a tutti i partiti europei "di ispirazione socialista,
progressista e democratica", prospettando la possibilità di un
allargamento a partiti e movimenti progressisti che non provengono
necessariamente dallo storico campo del socialismo europeo.
Inoltre come è stato ricordato più volte da Gianni Pittella, nel PSE militano persone provenienti da culture diverse, citando tra questi Martin Schulz socialdemocratico e Jacques Delors cattolico democratico. Francamente stento a capire queste prese di posizioni inutili.
Inoltre come è stato ricordato più volte da Gianni Pittella, nel PSE militano persone provenienti da culture diverse, citando tra questi Martin Schulz socialdemocratico e Jacques Delors cattolico democratico. Francamente stento a capire queste prese di posizioni inutili.
Al quotidiano Europa invece,
vorrei ricordare che la sinistra è in crisi perché negli ultimi anni è stata
subalterna al pensiero neoliberista e i risultati sono sotto i nostri occhi,
malgrado la crisi economica e il fallimento delle destre, la sinistra in Europa
arranca. Per ritornare a vincere la sinistra deve ritornare ad essere se
stessa, deve ripartire dalla crisi e riscoprire la bellezza e il significato
delle sue parole: Stato, uguaglianza, lavoro, diritti, saperi tanto per citarne
alcune. Il Pd deve entrare nel PSE per aiutare i socialisti a cambiare la
politica macroeconomica europea, se non partiamo da lì mai usciremo da questa
crisi.
L'ingresso del Pd nel PSE è una
battaglia che insieme ad altri Giovani Democratici e dirigenti del Pd porto
avanti da anni, sulla questione ho scritto e dibattuto in varie occasioni.
Con questo articolo quindi, non
voglio esprimere un mio pensiero, ma lanciare un appello a tutti i candidati alla
segretaria nazionale, ai quali dico: visto che siete d'accordo tutti(almeno a
parole) sull'entrata del Pd nel PSE, il giorno della prima assemblea nazionale,
indipendentemente da chi vincerà il congresso tutti e quatto, presentate un
ordine del giorno che abbia come oggetto l'entrata del Pd al PSE in modo da
sciogliere uno dei nodi che questo partito si porta avanti da troppo tempo e
dare piena legittimità a questo ingresso.
Oreste Sabatino
Vicesegretario Gd Crotone