venerdì 12 novembre 2010

Verso la fine del Berlusconismo

Con la convention di domenica 7 si è formalizzata la crisi della maggioranza. Dopo giorni e mesi di tentennamenti, Fini dal palco di Perugia ha chiesto le dimissioni di Berlusconi aprendo, così, la crisi del centro-destra. Ciò accade a quasi 2 anni dalla caduta del governo Prodi con la sola differenza, che la maggioranza di centro-sinistra era sostenuta da 11 partiti, mentre l’attuale maggioranza di centro-destra è formata da 2 partiti, 3 dopo l’espulsione di fini dal Pdl e la nascita di Fli. Fu proprio Berlusconi nel 2008 e tutto il centro-destra ad accusare il mal governo di Prodi, l’instabilità il clima da prima repubblica. Lo slogan del Pdl nella campagna elettorale era: “Rialzati Italia, la sinistra ci ha messo in ginocchio”. Dalle urne gli italiani danno a Berlusconi una grande fiducia e una maggioranza forte, con 100 deputati e 50 senatori in più. Gli elettori chiedono, ancora oggi, al governo di governare: meno tasse, meno burocrazia, più servizi, più innovazione e riforme strutturali. Tutto questo dov’è? Abbiamo visto un governo buono a fare leggi ad personam, leggi a favore delle cricche e condoni per gli evasori. Poi, con la manovra finanziaria, il governo non ha dimostrato alcun interesse a investire sul futuro dei giovani, del Sud e del Paese. Sono previsti tagli in tutti i ministeri ma, cosa ben più grave, sono i tagli che subiranno la scuola, l’università e la ricerca, tutti quei settori che dovrebbero aiutare la nostra economia a crescere e svilupparsi. Questo governo è capace solo di tagliare i fondi per gli investimenti produttivi, senza pensare invece a indirizzare i propri finanziamenti in maniera più razionale, eliminando gli sprechi dello Stato, che sono tanti e che continuano a causare danni al futuro del Paese. L’Italia e gli italiani aspettano da troppo tempo le riforme necessarie per far ripartire l’economia e la crescita del Paese, invece il governo toglie finanziamenti alla scuola, all’università, alla sicurezza sanità e alla cultura, abbandonando le riforme politiche(usate solo come slogan) - come la diminuzione delle spese dei parlamentari, l’accorpamento dei comuni e l’abolizione delle province - dalla propria agenda, non riuscendo ad affrontare nemmeno le emergenze. Il Capo dello Stato, anche dal Veneto, dove si è incontrato con gli amministratori locali e i cittadini dei paesi colpiti dalle calamità naturali, ha parlato di “buio e confusione sulle risorse e di non dare pretesti al gossip e occuparsi dei problemi.” Usando lo slogan del Pd “L’Italia crolla. Governo a casa.” E quì che crolla il sogno Berlusconiano che ha illuso per anni il popolo italiano. Il governo di transizione ci auguriamo che nasca, dopo le dimissioni di Berlusconi, con il compito di cambiare la legge elettorale, riformare fisco, avviare una politica per il lavoro e l’occupazione dei giovani per poi andare al voto. E qui chiedo ai giovani,soprattutto, una scelta di responsabilità, contro il governo delle cricche e del malaffare, per dare inizio ad una nuova stagione riformista e di cambiamento, per fare ripartire l’Italia.

Oreste Sabatino - coordinatore GD San Nicola dell'Alto

Nessun commento:

Posta un commento